Questione di Imprinting - Centro Ippico Montemario
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Questione di Imprinting

Questione di Imprinting

“A lungo, molto a lungo, mi fissò l’ochetta, e quando io feci un movimento e pronunciai una parolina, quel minuscolo essere improvvisamente allentò la tensione e mi salutò: col collo ben teso e la nuca appiattita pronunciò rapidamente il (…) fervido pigolio. (…) era il primo saluto della sua vita. E io non sapevo ancora quali gravosi doveri mi ero assunto per il fatto di aver subito l’ispezione del suo occhietto scuro e di aver provocato con una parola imprevidente la prima cerimonia del saluto”
(K. Lorenz, L’anello di Re Salomone, Adelphi, Milano, 1967)

 

L’imprinting è una tipologia di apprendimento che si verifica qualora un essere vivente venga in contatto con determinati stimoli in un determinato periodo del proprio sviluppo.

È una sorta di compromesso tra un apprendimento innato e uno acquisito. E’ innata la predisposizione ad apprendere un determinato comportamento, ma essa può verificarsi solo se si viene a contatto con i giusti stimoli in precisi momenti della propria esistenza.
L’imprinting è anche non reversibile, almeno negli animali.

Esiste infatti una “finestra temporale” molto precoce entro la quale, subito dopo la nascita. Il cervello degli esseri viventi è geneticamente predisposto a riconoscere gli esseri viventi che incontra come figure di riferimento e, quindi, a stabilire con esse un legame di attaccamento.

Konrad Lorenz, studioso di etologia

L’imprinting è stato reso celebre dallo studioso di etologia Konrad Lorenz il quale, partito con l’osservazione delle oche, diede avvio a tutta una serie di studi che portarono a identificare meccanismi analoghi di imprinting in molte specie animali e, seppur con delle differenze, anche negli esseri umani. Dopo le prime osservazioni sugli uccelli di allevamento o selvatici, Lorenz si propose come madre adottiva per molti pulcini di anatra. Si accorse che questi si attaccavano affettivamente a lui come se fosse stato la loro madre.

L’imprinting si manifesta anche nei mammiferi ed è molto importante per l’adattamento dell’animale da adulto. Il primo essere con cui il piccolo avrà contatto (generalmente la madre) gli garantirà maggiori possibilità di sopravvivenza. Questo fenomeno influenza molto il comportamento dell’animale che ne sarà interessato per tutto il resto della sua vita. Le modalità di ricerca del partner e dell’accoppiamento, della vita di relazione, e della ricerca del cibo fanno affidamento anche sulla buona riuscita dell’imprinting. È possibile quindi influenzare le tendenze e il carattere di un individuo gestendo entro certi limiti l’imprinting. A conferma che le informazioni e le “impressioni” ottenute in tenerissima età, in questo caso nei mammiferi, possono poi essere recuperate in età adulta e permettere un apprendimento molto più rapido e duraturo.

Praticare un imprinting corretto

Praticare un imprinting corretto, secondo i metodi della natural horsemanship, è la base per far crescere il nostro puledro sano e fiducioso, con un atteggiamento positivo nei confronti dell’essere umano.

L’imprinting, per le sue caratteristiche, non è una forma di apprendimento né di addestramento, né un mezzo per poter intervenire sulla personalità e sul temperamento del puledro. Il puledro nasce neurologicamente maturo e inizia ad orientarsi subito attraverso i suoi sensi: apre gli occhi, ascolta i suoni, annusa gli odori. La persona può partecipare a questo processo emettendo, insieme alla fattrice, dei segnali chiave che aiuteranno il puledro a categorizzare l’essere umano nella lista delle cose gradite e piacevoli e soprattutto non pericolose. Per creare con il puledro un buon rapporto e fargli accettare positivamente la figura umana, è molto utile avere già una buona confidenza e fiducia con la fattrice. Standole accanto, accarezzandola, pulendola, sarà il puledro a esplorarci e girarci intorno incuriosito, e a voler fare amicizia con noi.