Molti addestratori e istruttori in tutto il mondo stanno utilizzando ed insegnando questo tipo di comunicazione e di approccio al cavallo che si basa su alcuni concetti di fondo. Il cavallo ha un’intelligenza e un sistema sociale funzionale e evoluzionisticamente efficace, che comprendono anche un raffinato sistema di comunicazione attraverso il linguaggio del corpo; le capacità comunicative dell’uomo devono adattarsi a quelle del cavallo e non viceversa; il cavallo è una preda, non un predatore come l’uomo, ciò implica una differenza radicale nell’atteggiamento e nella percezione dell’ambiente; il cavallo va convinto piuttosto che costretto, è infatti più efficace premiare la collaborazione che punire un rifiuto. Quando si vuole che il cavallo compia una determinata azione (muoversi o muovere una singola parte del corpo) è necessario applicare un determinato stimolo che, contrariamente a quanto accade nella doma tradizionale, va interrotto non appena si ottiene il risultato desiderato. Il concetto di base è che attraverso lo stimolo si vuole provocare una forma di apprendimento, cosa che non avviene se lo stimolo (qualunque esso sia) non viene interrotto con il dovuto tempismo.
Il concetto da comprendere è la diversità del tipo di approccio tra i due tipi di doma, quella gentile infatti non vuole imporre a priori un comportamento, ma vuole stimolare lo stesso attraverso l’apprendimento, riuscendo a leggerne il linguaggio non verbale del cavallo e contestualmente utilizzare lo stesso linguaggio per stabilire una comunicazione biunivoca tra uomo e cavallo.