Binomi del cuore: VI e Tonio
Mercoledì è un qualsiasi giorno della settimana; ogni settimana ha un mercoledì, ma non sono tutti uguali, i mercoledì. Il 2 maggio 2018 era un mercoledì apparentemente come tanti. Entro in maneggio, come tanti altri mercoledì della mia vita.
Apro la porta e mi viene incontro Tiffany, come sempre. Vedo Sara che mi sorride e mi saluta e mi dice: “E’ nato il puledro di Cheyenne!” e io, come una bimba, le chiedo subito se posso conoscerlo; così, insieme, saliamo nell’uliveto ed eccolo là, piccola meraviglia. Mi guarda con i suoi occhioni tenerissimi da “trudyno” e poi guarda la mamma e poi di nuovo me. Ci avviciniamo, accarezziamo Chey e poi la mano mi scappa, letteralmente, su di lui. E dentro di me è cambiato qualcosa. Volevo abbracciarlo e sollevarlo, ma, ovviamente, sono rimasta “al mio posto” sotto lo sguardo attento di una mamma premurosa. Ci siamo quindi allontanate io e Sara. Ma i suoi occhioni sono rimasti dentro di me, insieme alla sua codina minuscola e svolazzante e ai suoi zoccolini.
Giorno dopo giorno, ogni volta che andavo al maneggio andavo all’uliveto per stare con lui, sempre controllata, letteralmente, a vista, da Cheyenne; lei mi riconosceva, potevo capirlo dal suo sguardo, lui no. Fino a che, un giorno, inaspettatamente, quando sono arrivata, mi ha guardato, sempre attento e curioso, e, nonostante il timore evidente nella sua incertezza, ha fatto un passo verso di me. Un passo, verso di me. Mai avrei pensato che un passo, un solo passo, potesse provocare così tanta gioia nel cuore di una persona; il mio straripava di gioia, mi aveva riconosciuta e aveva fatto un passo verso di me, verso di me! E così, sempre con grande rispetto e calma (anche se difficile da mantenere in quel momento), sono andata verso di loro per stare insieme come sempre. Ero così preoccupata di fare la cosa sbagliata e di non essere capace di crescere un puledro. Era così piccolo ed io, anche. Ma qualcuno ha avuto l’occhio più lungo del mio.
Il nostro cammino Insieme
E non so come è iniziato il nostro cammino insieme sotto lo sguardo e la guida attenta e costante di Pasquale, Sara e Cheyenne. Sì, anche della mamma cavalla, perchè, come mi hanno insegnato i miei istruttori, lei sarebbe stata il giudice più severo, anche di me stessa, del mio rapporto con lui. In fondo, la mamma è sempre la mamma. Abbiamo iniziato a giocare insieme, io e Tonio, con le spazzole, poi con lo stick, poi con la capezza e la lunghina e nello stesso tempo, mentre giocavamo, abbiamo iniziato a conoscerci, a prevedere “le nostre mosse” e ad amarci. Lui è cresciuto, tanto, è cambiato caratterialmente e fisicamente. Sono passati due anni, da quel mercoledì e ho amato ogni istante, quello in cui mi ha leccato la mano per la prima volta, quello in cui gli ho messo la sua capezza blu royal per la prima volta, quello in cui ha fatto i vaccini, quello in cui mi ha rotto le costole nascondendosi sotto il mio braccio per paura, quello in cui ha saltato la staccionata per raggiungere me e la mamma, quello in cui abbiamo lavorato in libertà per la prima volta, quello in cui ha cambiato il colore del manto, quello in cui mi ha guardato, intontito, quando si è risvegliato dall’anestesia dopo l’intervento, quello in cui ha indossato il cappellino di babbo natale e potrei continuare all’infinito.
Lui è parte di me, è un pezzo di cuore
Ho amato ogni istante di questi due anni insieme, anche i momenti che ho odiato alla fine, li ho amati. Ogni attimo è stato scandito da quello sguardo di quel mercoledì. Non è stato, non è e non sarà un percorso semplice e privo di difficoltà. Mi sono scoraggiata tantissime volte e spesso non ho creduto in me stessa, al punto che ho anche pensato di mollare. Ma Pasquale, Sara e Cheyenne hanno avuto più fiducia in me di me stessa. Sono stati loro a fare il tifo per me dal primo momento. E insieme abbiamo messo la sella per la prima volta a Tonio e sono salita. Su quel piccolo cucciolo che è divenuto cavallo e che ora può portarmi su di sé. Sono salita ed è stato un flashback fino a quel mercoledì, con i suoi occhi e la sua codina (che ora è super folta e lunghissima) ed un’emozione unica mi è arrivata al cuore. Lui è parte di me, è un pezzo di cuore, come dico io, del mio cuore. E non c’è niente di più prezioso nella vita di un pezzo di cuore, è essenziale alla vita stessa. Questo è Tonio per me, un pezzo di me, dicono che mi somigli, sicuramente la mia parte migliore.
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