Equitazione e autismo: il cavallo che sa fare bene - Centro Ippico Montemario
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Equitazione e autismo: il cavallo che sa fare bene

Equitazione e autismo: il cavallo che sa fare bene

L’equitazione mette di fronte a se stessi e agli altri stimolando la crescita ed il rinforzo del Sé.

 

Sempre più studi confermano l’importanza di quel rapporto speciale che si crea tra il cavallo e le persone autistiche.  Innumerevoli benefici che si ottengono, come i miglioramenti della motivazione e della cognizione sociale, soprattutto se il contatto avviene sin da bambini.

Tutto questo è possibile grazie alla combinazione tra il piacere di stare in un ambiente naturale all’aria aperta e in contatto con quello straordinario comunicatore che è il cavallo.

Animale da branco, docile e tollerante. Fisicamente si presenta grande, forte e potente, ma caldo, morbido e accogliente allo stesso tempo. Non accetta gesti e comportamenti strani, inusuali ed incoerenti,  costringendo così il bambino a vivere hic et nunc adottando un comportamento consono alla situazione.

Gli stimoli continui garantiti dalla natura e dall’animale sono fondamentali per la crescita e l’interazione di adulti e bambini con autismo.

Dal tatto all’olfatto, dalla memoria alla concentrazione, l’attenzione, i muscoli del corpo, tutto il sistema psicofisico viene allenato ad aprirsi all’esterno. In questo modo aumenta il senso di sicurezza e di stabilità emotiva dei ragazzi autistici.

Attraverso il cavallo il ragazzo si mette alla prova. Sperimenta la partecipazione nell’agire e la soddisfazione nel riuscire che accompagnano la nascita del senso di realtà. Sviluppa l’acquisizione di volontà,  tenacia e perseveranza e, soprattutto, di autovalorizzazione. In tal modo si vanno ad attivare meccanismi funzionali alla coscienza di sé. Vissuti corporei e percettivi nelle diverse dimensioni, percezione delle proprie possibilità, capacità di costruire relazioni con gli altri, e di poter godere di una certa autonomia.

Attraverso l’interazione con cavalli, istruttori e coetanei, il ragazzo si sente parte di un tutto, di un “fare” comune, percepisce di vivere un’esperienza fatta di aiuto reciproco e collaborazione.

Scopo principale dell’attività è mettere a disposizione dei ragazzi un ambiente stimolante, in cui essi possano, attraverso il gioco e il divertimento, prendere coscienza del proprio corpo in simbiosi con il cavallo di cui dovranno prendersi cura e con l’ambiente circostante, alta fonte di stimoli e distrazioni.