L’equitazione che si fa educazione - Centro Ippico Montemario
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L’equitazione che si fa educazione

L’equitazione che si fa educazione

«L’uomo non sa di più degli altri animali; ne sa di meno. Loro sanno quel che devono sapere. Noi, no».
(F. Pessoa)

Ci piace pensare che l’equitazione sia prima che uno sport una vera e propria relazione che si instaura tra cavallo e cavaliere. Si fonda sulla conoscenza del linguaggio non verbale e della comunicazione animale.
Una relazione in primis pedagogica ed etologica. Il cavallo non è visto, sia pur inconsciamente, come un mezzo per praticare attività fisica e soddisfare l’ego umano ma come essere sensiente capace di ragionamento, pertanto da capire e rispettare.

I nostri corsi, il nostro metodo

A partire da questa consapevolezza abbiamo strutturato per tutti i nostri allievi un percorso formativo alternativo alla pratica usuale di questo sport. Proponiamo loro di avvicinarsi al cavallo per sviluppare innanzitutto il senso di responsabilità, rispetto e condivisione.

Sono percorsi per ogni fascia di età, a a partire dai 4 anni, dedicati a bambini normotipici o con disturbi del comportamento. Divulgare un’equitazione che sia innanzitutto educativa. Insegnare la tecnica equestre si ponendo l’accento sulla formazione di CAVALIERI, che rispettino e imparino ad avere consapevolezza del proprio corpo e a gestirsi a contatto con l’animale.
Il cavaliere è quindi posto in una situazione dinamica. Quindi per mantenere il proprio equilibrio deve riconoscere le forze con le quali interagisce al fine di poterne disporre per compiere determinate attività e questo diviene possibile se il cavaliere riesce a fondersi con il proprio cavallo pur sapendosi distinguere da esso.
La creazione del binomio “uomo-cavallo” agisce nella sfera emotiva del primo. Tanto che, attraverso il gioco e il rapporto di amicizia che si instaura con il cavallo stesso, i bambini riequilibrano il loro stato emotivo. Allo stesso tempo il lavoro di squadra con altri bambini li sollecita ad aiutare ed essere aiutati in un continuo scambio relazionale.

Andare a cavallo è una cosa che “si fa insieme” esattamente come giocare con un amico, pertanto il bambino è tenuto a comprenderne e rispettarne i tempi, a dedicargli cure ed attenzioni. L’essere a contatto con un animale che reagisce soprattutto ai segnali inconsci stimola nel giovane cavaliere una serie di attività intellettive come concentrazione, memoria, stabilità emotiva, tranquillità e fermezza di carattere. Attraverso la scoperta e lo sviluppo di tali doti, i bambini acquisiscono maggiore autonomia sino a migliorare il rapporto con loro stessi e con gli altri.

Di fondamentale importanza nell’apprendimento sono le attività inerenti la cura del cavallo: grooming, sellaggio e dissellagio, effettuate con materiale adatto ai bambini, cassettine delle spazzole, selle e finimenti.

Lavorare con i bambini significa osservare, senza paradigmi e senza pregiudizi, cercando di creare percorsi su misura per rendere ogni bambini un essere speciale.